Taratura dei sensori e verifiche di funzionamento

I sensori costituiscono al giorno d’oggi una delle tecnologie più distribuite al mondo, nonché quella dalla quale dipende l’efficienza della maggior parte dei prodotti tecnologici che si trovano sui mercati internazionali. Vivendo infatti in un mondo caratterizzato da risorse tecnologiche avanzate, è normale che si sia proceduto a sviluppare strumenti e accessori in grado di rilevare grandezze fisiche di riferimento e di inviare conseguentemente queste informazioni a dispositivi che provvedano ad una corretta elaborazione dei dati.

Dall'auto al telefono, dal telecomando della tv ai termostati, ogni apparecchio elettronico che ci circonda possiede sensori che gli permettono di funzionare in modo ottimale e soprattutto affidabile; insieme ai sensori realizzati per permettere a simili dispositivi di espletare appieno le proprie funzioni, esistono altri modelli progettati per garantire sicurezza ogni volta che se ne usufruisca ed evitare così che si producano surriscaldamenti o danneggiamenti imprevisti ai sistemi.

Se si vuole ottenere la certezza che i sensori dei propri apparecchi funzionino adeguatamente, bisogna rivolgersi ad enti riconosciuti ed accreditati affinché questi possano testare il sistema di riferimento ed accertarne funzionalità e sicurezza operativa, nonché il rispetto delle caratteristiche tecniche derivanti dalla normativa internazionale di riferimento.

Esistono varie metodologie di taratura, ma parlando di sensori le più importanti sono taratura a confronto e taratura assoluta. Come dice il termine stesso, quando si parla di confronto si intende un’operazione eseguita impiegando due diversi strumenti dal quale rapporto di funzionalità e sicurezza, si potrà procedere poi all’analisi del dispositivo che si desidera tarare. L’intervento è abbastanza semplice, per quanto comunque richieda attenzione minuziosa ed in pratica si svolge utilizzando un sensore di cui si conosca l’efficienza e la precisione di calcolo che viene denominato campione, così da rapportare i valori restituiti da questo con quelli generati dallo strumento sotto esame.

Nel caso si voglia procedere invece ad una taratura assoluta le cose si complicano maggiormente, in quanto il sistema di riferimento non è più generato dal sensore campione, ma bensì da un sistema fisico i cui valori non sono ottenuti in modo strumentale e diretto. Proprio per questo motivo, simili interventi vengono svolti da organismi specializzati ed accreditati con legge, affinché si possa procedere anche all'emissione di conseguenti certificazioni.

Per tarare adeguatamente un sensore si deve procede ad effettuare un diretto confronto con il campione di riferimento, prestando ovviamente attenzione sia ad utilizzare un secondo strumento di cui si conoscano le caratteristiche che a condurre l’operazione in un ambiente ottimale e che con le sue peculiarità non incida sul risultato dell’analisi finale. Diventa dunque necessario ottenere la certezza che il campione non sia un dispositivo utilizzato con frequenza, nonché assicurarsi che sia stata eseguita una corretta calibratura prima di impiegarlo.

È molto importante sapere che il campione dovrebbe sempre essere uno strumento più potente del sensore di riferimento, in quanto soltanto con un dispositivo in grado di elaborare informazioni numeriche dell’ordine minimo dei centesimi, è possibile tarare adeguatamente un sensore che funziona in decimi. Non solo, in quanto a tutto questo si aggiungono anche problematiche di precisione delle misurazioni, le quali debbono essere sapientemente tenute in considerazione per garantire una chiara conoscenza dell’errore assoluto massimo che l’oggetto può compiere, ovvero la massima differenza che può verificarsi tra il valore desiderato e quello ottenuto, affinché lo strumento possa essere considerato tarato in modo ottimale.